Che cos'è l'ortocheratologia
L’ortocheratologia consiste nella riduzione, variazione o eliminazione temporanea di un difetto di vista attraverso l’applicazione programmata di lenti a contatto.
Le lenti a contatto tradizionali sono disegnate in modo da interferire il meno possibile con la forma della cornea, mentre le lenti per ortocheratologia sono progettate espressamente allo scopo di modificare il profilo corneale in modo controllato. Le lenti per ortocheratologia producono una riduzione temporanea del difetto di vista cambiando la forma della cornea, che possiede un certo grado di plasticità. Il modellamento della cornea modifica il potere rifrattivo oculare e, se l’entità del rimodellamento è adeguatamente controllata, è possibile variare in modo preciso il potere corneale fino a correggere l’errore rifrattivo. Quando la lente per ortocheratologia è sull’occhio si vede bene come con una lente convenzionale; dopo che la lente viene rimossa, la cornea mantiene la sua forma modificata per un certo periodo e si continua a vedere bene anche senza lente a contatto. Le prime volte l’effetto dura poco per poi stabilizzarsi, nei giorni successivi, per tutto l’arco della giornata. A seconda del programma di trattamento, le lenti per ortocheratologia possono essere portate alcune ore al giorno oppure di notte per poi essere rimosse durante le ore di veglia. In quest’ultimo caso le lenti vengono portate durante il sonno ed al mattino possono essere tolte, continuando a vedere bene tutto il resto della giornata ad occhio nudo.
L’ortocheratologia, soprattutto se eseguita mediante un programma di trattamento notturno, oggi può permettere significativi cambiamenti di stile di vita a miopi propriamente selezionati: essere liberi da ausili ottici per la pratica di sport, attività professionali e ricreative è un fattore di motivazione che può portare a scegliere questo tipo di trattamento non-chirurgico e reversibile della miopia.
Le origini
Benché l’ortocheratologia sia riportata in letteratura dal 1962, per più di tre decenni questa procedura non è stata pienamente accettata dalla comunità scientifica soprattutto a causa dei dubbi su quanto fosse sicuro modificare la zona centrale della cornea. Gli unici studi controllati sull’efficacia e la sicurezza di queste prime tecniche riportano una riduzione miopica media modesta, di circa 1,00 D, in tempi di trattamento lunghi compresi fra 3 e 10 mesi, con grande variabilità dei risultati fra i diversi pazienti. La riduzione della componente miopica era spesso accompagnata da un aumento di astigmatismo contro regola che a volte diventava irregolare. Le ragioni di questa scarsa efficacia possono essere comprensibili: le prime lenti per ortocheratologia erano disegnate con curve periferiche più piatte della zona ottica e quindi si comportavano come lenti convenzionali troppo piatte, avevano un appoggio solo centrale ed un eccessivo movimento che potevano causare alterazioni dell’epitelio centrale, inoltre tendevano a decentrarsi, provocando un certo grado di distorsione ed un aumento dell’astigmatismo e delle aberrazioni corneali.
L’ortocheratologia praticata dai primi pionieri è stata molto diversa da quella di oggi: lo sviluppo di nuovi materiali, geometrie, metodi applicativi, tecniche costruttive e tecniche strumentali per l’esame della cornea, hanno contribuito all’evoluzione del metodo. Benché anche oggi posizioni molto autorevoli siano ancora scettiche nei confronti di questa tecnica, gli studi controllati più recenti dimostrano l’efficacia e la sicurezza dell’ortocheratologia moderna.
L'uso notturno
Alcuni applicatori hanno sviluppato delle procedure ortocheratologiche che prevedono l’uso delle lenti di notte: la cornea viene modellata durante il sonno e le lenti sono rimosse al risveglio e nella maggior parte dei casi l’effetto dura fino alla sera. Questa tecnica ha il vantaggio di limitare il discomfort di una lente rigida causato dall’ammiccamento palpebrale e di eliminare le componenti ambientali (polvere, vento, aria condizionata, attività sportive) che possono causare intolleranza alle lenti durante il giorno; inoltre la velocità del rimodellamento corneale è incrementata dalla pressione esercitata dalle palpebre chiuse. Per l’uso notturno è necessario utilizzare materiali con permeabilità all’ossigeno molto alta per garantire la sufficiente ossigenazione alla cornea anche a palpebre chiuse. L’ortocheratologia moderna ha beneficiato in questo senso della disponibilità di materiali rigidi gas permeabili. Oggi esistono materiali iper-permeabili all’ossigeno che sono notevolmente più compatibili con la fisiologia corneale e che hanno aumentato significativamente l’efficacia e la sicurezza dell’ortocheratologia, così come della contattologia convenzionale.
Le approvazioni FDA
La Food and Drug Administration (FDA) è un organismo di vigilanza sui prodotti di carattere medico e sanitario che vengono commercializzati negli Stati Uniti. Prima di essere immessi sul mercato americano i nuovi prodotti, incluse le lenti a contatto, devono essere approvate dall’FDA e l’approvazione si limita ad un loro uso specifico dichiarato. Anche se ha effetti solo negli Stati Uniti, il rigore di controllo dell’FDA è riconosciuto in tutto il mondo.
La prima lente da ortocheratologia è stata approvata dall’FDA nell’aprile 1998. Il suo uso è stato approvato per la riduzione temporanea della miopia fino a 3.00 D, in occhi non affetti da patologie e con un programma di porto diurno. Nel giugno 2002 l’FDA ha approvato lenti per la terapia refrattiva corneale (Corneal Refractive Therapy) che prevede l’uso di lenti durante la notte. Queste lenti sono indicate per l’uso notturno nell’ambito di un programma applicativo di terapia corneale refrattiva, per la riduzione temporanea della miopia fino a 6.00 D, in occhi con astigmatismo non superiore a 1.75 D. Nell’approvazione finale dell’FDA non sono presenti limitazioni di età.
Oggi ci sono diverese lenti per ortocheratologia notturna destinate al mercato americano che sono state approvate dall’FDA.
L'esperienza Italiana
L’ortocheratologia è nata negli Stati Uniti ed all’inizio si è diffusa e sviluppata soprattutto nei paesi anglosassoni come il Canada e l’Australia. Oggi c’è un grande interesse per l’ortocheratologia anche nel mondo asiatico: Hong Kong, Taiwan, Giappone e Cina sono paesi particolarmente attivi nel settore dell’ortocheratologia per l’elevata incidenza di miopia nelle loro popolazioni. In Italia l’ortocheratologia è ancora oggi poco diffusa, ma il nostro paese può vantare pionieri ed esperti di altissimo livello. Nell’estate del 2002 è stato depositato il brevetto di una nuova lente multicurva customizzata per ortocheratologia notturna progettata da Antonio Calossi, un optometrista italiano. Il sistema di applicazione di questa lente si basa su una serie di lenti di prova, con cui fare le prime valutazioni dirette di adattamento sull’occhio del paziente e sull’ausilio di un programma di calcolo dedicato in modo da poter personalizzare la lente in tutti i suoi parametri allo scopo di ottimizzare l’applicazione. I primi risultati clinici di questa nuova lente sono incoraggianti: già dopo i primi 60 minuti d’uso della lente si ottiene un significativo appiattimento corneale ed un miglioramento dell’acuità visiva naturale; il profilo corneale si modifica da prolato ad oblato già dopo la prima notte d’uso; nella maggior parte dei casi si ottiene un miglioramento dell’acuità visiva naturale fino a 10/10 per almeno 10 ore dopo la rimozione delle lenti entro la prima settimana di porto notturno.
Riferimenti scentifici
Ortocheratologia per il controllo della miopia
Ortocheratologia per il controllo della miopia E’ stato dimostrato che l’ortocheratologia è uno strumento efficace nella diminuzione dello sviluppo della miopia nei bambini. Gli studi indicano che i ragazzi […]
Studi Accademici
Ortocheratologia | Controllo miopia
Li X, Friedman IB, Medow NB, Zhang C. (2017) Update on Orthokeratology in Managing Progressive Myopia in Children: Efficacy, Mechanisms, and Concerns. J Pediatr Ophthalmol Strabismus. 2017 May 1;54(3):142-148. doi: 10.3928/01913913-20170106-01. Epub 2017 Jan 17. [online] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28092397
Tarutta EP, et al. Vestn Oftalmol. (2017) Stabilizing effect of orthokeratology lenses (ten-year follow-up results). Moscow Helmholtz Research Institute of Eye Diseases, Ministry of Health of the Russian Federation, 14/19 Sadovaya-Chernogryazskaya St., Moscow, Russian Federation, 105062. Citation : Vestn Oftalmol. 2017;133(1):49-54. doi: 10.17116/oftalma2017133149-54. [online] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/28291200/?i=3&from=/29165412/related
Helen A Swarbrick, Ahmed Alharbi, Kathleen Watt, Edward Lum, Pauline Kang (2015) “MYOPIA CONTROL DURING ORTHOKERATOLOGY LENS WEAR IN CHILDREN USING A NOVEL STUDY DESIGN.” Ophthalmology 2015 Mar . Epub 2014 Nov 6. [online] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25439432
Koffler, B. and Sears, J. (2013) Myopia control in children through refractive therapy gas permeable contact lenses: is it for real? Dr Bruce H. Koffler graduated from Ophthalmology Residency and Fellowship in cornea and external disease from Georgetown University Center for Sight. He began his academic career at the University of Kentucky School of Medicine in 1979. Dr Koffler moved to private practice in 1983. He is a Past President of CLAO and now serves on the Board as International Chair. He is Executive Secretary of the International Medical Contact Lens Counsel, and was recently honored with the Senior Award from the AAO.American journal of Ophthalmology, 156(6), 1076–1081. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24238200.
Cheung, S.-W. and Cho, P. (2013) Validity of axial length measurements for monitoring myopic progression in orthokeratology. Investigative ophthalmology & visual science, 54(3), 1613–5. [online] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23361504.
Smith, E., Campbell, M., and Irving, E. (2013) Does peripheral retinal input explain the promising myopia control effects of corneal reshaping therapy (CRT or ortho-K) & multifocal soft contact lenses? Ophthalmic & physiological optics : the journal of the British College of Ophthalmic Opticians (Optometrists), 33(3), 379–84. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23662970.
Santodomingo-Rubido, J., Villa-Collar, C., Gilmartin, B., and Gutiérrez-Ortega, R. (2013) Myopia control with orthokeratology contact lenses in Spain: a comparison of vision-related quality-of-life measures between orthokeratology contact lenses and single-vision spectacles. Eye & contact lens, 39(2), 153–7.[online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23392299.
Downie, L. and Lowe, R. (2013) Corneal reshaping influences myopic prescription stability (CRIMPS): an analysis of the effect of orthokeratology on childhood myopic refractive stability. Eye & contact lens, 39(4), 303–10. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23771013.
Cho, P. and Cheung, S.-W. (2012) Retardation of myopia in Orthokeratology (ROMIO) study: a 2-year randomized clinical trial. Investigative ophthalmology & visual science, 53(11), 7077–85. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22969068.
Santodomingo-Rubido, J., Villa-Collar, C., Gilmartin, B., and Gutiérrez-Ortega, R. (2012) Myopia control with orthokeratology contact lenses in Spain: refractive and biometric changes. Investigative ophthalmology & visual science, 53(8), 5060–5. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22729437.
Sivak, J. (2012) The cause(s) of myopia and the efforts that have been made to prevent it. Clinical & experimental optometry : journal of the Australian Optometrical Association, 95(6), 572–82. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22845416.
Hiraoka, T., Kakita, T., Okamoto, F., Takahashi, H., and Oshika, T. (2012) Long-term effect of overnight orthokeratology on axial length elongation in childhood myopia: a 5-year follow-up study. Investigative ophthalmology & visual science, 53(7), 3913–9. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22577080.
Walline, J. J. (2012) Myopia Control with Corneal Reshaping Contact Lenses. Investigative Ophthalmology & Visual Science, 53. [online] http://dx.doi.org/10.1167/iovs.12-10996.
Kakita, T., Hiraoka, T., and Oshika, T. (2011) Influence of overnight orthokeratology on axial elongation in childhood myopia. Investigative ophthalmology & visual science, 52(5), 2170–4. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21212181.
Mutti, D., Sinnott, L., Mitchell, G., Jones-Jordan, L., Moeschberger, M., Cotter, S., et al. (2011) Relative peripheral refractive error and the risk of onset and progression of myopia in children. Investigative ophthalmology & visual science, 52(1), 199–205. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20739476.
Wilcox, P. E. and Bartel, D. (2010) Orthokeratology for controlling myopia: Clinical experiences. Contact Lens Spectrum, 174. [online] http://www.wavecontactlenses.com/download/candy.pdf.
Subramaniam, S., Bennett, E., Lakshminarayanan, V., and Morgan, B. (2007) Gas permeable (GP) versus non-GP lens wearers: accuracy of orthokeratology in myopia reduction. Optometry and vision science : official publication of the American Academy of Optometry, 84(5), 417–21. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17502825.
Cheung, S., Cho, P., and Fan, D. (2004) Asymmetrical increase in axial length in the two eyes of a monocular orthokeratology patient. Optometry and vision science : official publication of the American Academy of Optometry, 81(9), 653–6. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15365383.
Heng, L. and Khoo, C. (1994) Can contact lenses control the progression of myopia? Singapore medical journal, 35(4), 367–70. [online] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7899893.